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L’era PokemonGozoica è cominciata!

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Fatto!  Alla fine ho ceduto: sono ufficialmente una Pokemon GO player. Non tanto per  interesse personale, quanto per riuscire a sostenere le conversazioni a pranzo con i miei colleghi nerd (forse erano più interessanti quando parlavano di serie tv con donne ignude ignifughe…).   E dunque se uno degli scopi di Pokemon GO è quello di far socializzare, su questo punto, per quanto mi riguarda, han centrato in pieno l’obbiettivo!

Dopo avermi istruita sul primo Easter Egg dell’app (che mi hanno spiegato essere una sorta di  “barbatrucco con sorpresa”) sono riuscita a catturare il Pikachu (l’unico Pokemon che conoscevo) come mio primo mostriciattolo (per giocatori di primo pelo come me, che non hanno sbirciato le centinaia di tutorials dedicati sul web: dovete ignorare i 3 pokemon che l’app vi propone all’inizio finchè non vi compare Pikachu).

Una volta però catturato il primo Pokemon l’app ti richiede un nickname di gioco. Qui la mia prima crisi isterica: tutti i nickname che provavo ad inserire o erano già utilizzati da altri utenti o contenevano caratteri non ammessi (sole lettere e numeri sono consentiti). Ma non potevano aggiungere una funzionalità di autogenerazione dei nicknames?!?

Superato il primo ostacolo della scelta del nickname, devo dire che la cattura degli altri pokemon è stato un gioco da ragazzi … e stasera, con mia grande sorpresa, ho visto i tre mostri affiatati intorno al mio cellulare alla ricerca dei mostriciattoli per casa e nel quartiere: grande-mostro istruiva le sorelle (e la sottoscritta) sulle caratteristiche di ciascun pokemon che, neanche a dirlo, conosceva a memoria perchè “sono quelli con cui giocavo da piccolo!” .

Seconda prima crisi isterica:  dopo cena, decisi ad iniziare alla nuova app anche l’ultimo membro della famiglia (che mi guarda con aria tra il disgustato ed il compassionevole) , alla prima dimostrazione di cattura di un pokemon verd,  la pokemon-ball ci si blocca tra la bottiglia dell’acqua e quella della coca cola. Non c’è stato verso di riprenderla: spenta e riaccesa l’app, la pallina era sempre lì … piccina … e lì è restata:  sconsolata ho spento tutto.

Nel compenso è un gioco piacevole: sorprende un pò vedere giocarci gente di ogni età, anche chi generazzionalmente risulta un improbabile conoscitore di pokemon (come la sottoscritta, ma tanta altra gente molto più matura di me!).

Ma accanto ad applicazioni “geniali” di Pokemon-Go in ambiti educativi e sociali, come quello di far socializzare i bambini autistici , quelle più strane non mancano di sicuro (e già nel web se ne trovano già a iosa).

Il tutto ovviamente alimentato da scaltre campagne di Marketing che cavalcano l’onda della follia sociale … e allora potete trovare l’Hotel con offerte speciali per Pokemon-Go Player …

Certe folli conseguenze ho già avuto modo di vederle: coda in auto perchè l’autista della cinquecento bianca davanti cercava i pokemon lungo il tragitto … dirigenti di una certa età, in giacca e cravatta, muoversi nei corridoi dell’azienda in cerca di pokemon … passeggiate in montagna accanto a gente con il naso incollato allo smartphone in cerca di pokemon …

Così, se nell’era pre-pokemongozoica, giurassici come me ricordavano con nostalgia i tempi in cui ci si parlava guardandosi negli occhi, ora più che mai dovranno rassegnarsi ad interagire con persone dal naso incollato al display de proprio smartphone!

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